QUALCOSA DI STRANO - (2006)
testo teatrale e regia di MICHELE RIGHINI
Alcune scene dello spettacolo teatrale andato in scena nell'Aprile 2006 presso il teatro Colosseo di Roma.
Il testo teatrale QUALCOSA DI STRANO si è selezionato TERZO
nella rosa dei 3 vincitori del
PREMIO
INTERNAZIONALE ELSA MORANTE
2005
(per atti unici teatrali).
LA NASCITA DEL
PROGETTO
(la parola all'autore):
Nel 2005, dopo essermi laureato presso il d.a.m.s di Bologna
(discipline arte musica e spettacolo, ad indirizzo cinema)
mi sono trasferito a Roma.
Nella capitale, dopo aver fatto da aiuto regia
per uno spettacolo teatrale ("I lieder di Shumann"),
diretto dal mio amico e compagno di università Francesco Piotti,
ho decide di scrivere io stesso un testo teatrale
da mettere in
scena.
Questo spettacolo avrebbe dovuto essere un'esperimento isolato
(e così infatti è rimasto, almeno sino ad oggi),
anche per migliorarmi registicamente
e per imparare a lavorare meglio con gli attori.
Mi sono comunque messo sotto
con grande impegno nello scrivere il testo.
Un testo per tre personaggi
che riprendeva l'idea
che mi aveva portato a girare
il cortometraggio "MASCHERE" , nell'anno 2000.
Pensai che l'idea di partenza di quel corto
avrebbe potuto essere una buona
idea anche per una commedia teatrale.
Per dovere di cronaca dico che anche il corto "Maschere"
aveva in origine uno stile da commedia
e si intitolava"Aldo e Dora"
(nome che poi ho dato ai protagonisti del mio spettacolo teatrale).
LA TRAMA E IL SENSO DELL'OPERA TEATRALE
"QUALCOSA DI STRANO"
LA PAROLA ALL'AUTORE:
La prima parte (i primi 40 minuti circa) sono molto divertenti, grotteschi, scorrono veloci e pieni di umorismo e le trovate si susseguono una dopo l'altra. E' la parte in cui Dora e Aldo, i due protagonisti della storia, si conoscono e si innamorano. Il tutto è reso con una dose abbondante di "surrealtà", portata dalla figura del giullare che fa da narratore di tutta la storia (rivolgendosi direttamente al pubblico), ma fa soprattutto da "coscienza" dei due protagonisti, in un dialogo con essi, continuo e molto divertente.
La seconda parte (i restanti 35 minuti circa) sono più lenti, le scene sono meno divertenti, si scende di più dentro l'intimo dei due personaggi, a scavare nella loro anima. Probabilmente la seconda parte è meno "godibile" della prima, meno scorrevole, ma è anche la parte più significativa, quella che dà il senso a questa opera teatrale, che ci dice che la cosa più sbagliata che si può fare è quella di "ricercare" le cose, di "sforzarsi" nell'ottenere un risultato. Aldo è infatti uno scrittore in crisi creativa, Dora un'attrice che ha paura di affrontare il pubblico. Sono due perdenti, due emarginati, che si innamorano, ma l'amore poi va in secondo piano, quello che a loro sembra interessare di più è trovare la sicurezza in se stessi e quindi il successo artistico, ma anche cercare di essere diversi da quello che sono (Dora è infatti un carattere molto mascolino, gli piace il calcio e non gli piace cucinare, ne fare le pulizie di casa, Aldo invece ha un carattere molto femminile, odia il calcio ma ama cucinare e fare le pulizie di casa). Facendo sforzi su stessi per cambiare il loro modo di essere e per trovare sicurezza in se stessi e il successo artistico, finiscono solo per stressarsi sempre di più e perdere contatto con se stessi, ciò porta anche alla "negazione" di una vita sessuale. Il continuo "cercare qualcosa", il continuo "cercare" la sicurezza e il successo portano Aldo e Dora a non riuscire ad andare a letto assieme, nonostante convivano nella stessa casa e siano da tempo fidanzati.
Iniziano così a litigare sempre più spesso e l'insicurezza di Aldo e la sua chiusura al mondo sembrano peggiorare, nonostante che riesca finalmente a finire di scrivere un libro e abbia ottenuto anche successo. Anche Dora riesce a superare la sua paura del pubblico, ma Aldo non apprezza i suoi sforzi artistici e critica il suo modo di recitare, così come critica anche i suoi stessi libri che, nonostante il successo ottenuto, reputa solo "operette mediocri piene di sesso, ma prive di spessore".
E' così che ogni cosa prende una piega molto negativa e i due finiscono per lasciarsi, perchè come dice il Giullare Narratore:
"La vita non va sempre come vogliamo purtroppo. La vita è fatta di impennate, di sferzate, improvvise e inaspettate, ma anche di cadute, di storte, anche quelle sempre inaspettate, e così Aldo e Dora si lasciarono e quando si ritrovarono era già passato molto tempo e il tempo si sa, non ha paura, il suo volto può essere dolce, oppure gelido, ti può aprire il cuore o te lo può spezzare, ti può far rimanere identico oppure ti può...cambiare!"
E infatti Passano alcuni anni e quando i due ex-fidanzati si ritrovano Aldo è diventato una donna (Clelia) e Dora un'uomo (Luigi). Aldo ha da poco tentato il suicidio (fallendo) e Dora lo va a trovare. Sotto le loro nuove sembianze finiranno per innamorarsi di nuovo, tornano assieme e si sposano e finalmente capiscono cosa avevano sbagliato sino a quel momento, e cioè essersi sforzati di essere sicuri, essersi sforzati di riuscire nella loro arte, essersi sforzati di cambiare il loro comportamento.
Capiscono che è solo abbandonandosi a se stessi, a come sono, senza sforzarsi di essere altro, solo abbandonandosi all'amore, al loro amore, alla tranquillità e alla pace del loro amore, senza voler ottenere qualcos 'altro, senza sforzarsi, solo trovando la pace con se stessi e con il mondo attorno riusciranno, in modo naturale, a trovare il modo di "fare arte", un'arte che esca fuori dal loro cuore e dalla loro anima in modo fluido, libero, senza "ricercare niente". Solo così riusciranno a portare la loro arte al mondo, come un dono prezioso, portando anche un messaggio di amore, di pace e di gioia per la vita, quest'ultimo forse il messaggio più importante, cioè che siamo qui su questa terra per "sentirci vivi ed essere felici" e come dice il giullare nel finale:
" Siamo qui per emozionarci, per vivere, per sognare e... per sorridere!"
Alla fine Aldo e Dora capiranno che quel cambiamento di identità altro non è stato che un cercare di porre fine al loro dolore interiore per la loro separazione, per il non essere riusciti a stare assieme, nonostante l'amore che ancora avevano l'uno per l'altro. Capiscono che è giunto il momento di tornare ad essere "veramente se stessi", Aldo-Clelia torna ad essere semplicemente Aldo, e Dora-Luigi, torna ad essere semplicemente Dora.
Nella scena finale lei chiede a lui se gli andrebbe di avere dei bambini. All'inizio Aldo è spaventato, poi capisce invece che quella sarebbe una cosa bellissima, anzi, forse la cosa più bella da fare in quel momento. Fare dei bambini e infondere anche ad essi la cosa più bella che c'è in questo mondo: la gioia di vivere, la gioia di "sentirsi vivi" e felici di "vivere".
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Dati tecnici:
Testo e regia:
Michele Righini
Attori:
Francesco Piotti,
Anika Anika Shluderbarcher
Elisa Di Eusanio
Aiuto regia:
Claudio Santamaria
Montaggio e tecnico luci:
Daniele Scattina
Ufficio stampa:
Francesco Caruso Litrico
Costumi:
Roberta Morganti e Patrizia Lizzi